Dell’osservazione
La realtà, la vita, interroga continuamente gli occhi, e attende una risposta. Quel poco però che effettivamente gli occhi vedono è filtrato dal personale guardare. Diventa allora importante, determinante perfino, come guardare.
Un’educazione al guardare è ciò di cui necessita urgentemente la persona per orientarsi in questo tempo pervaso di immagini che, più aumentano, più rende debole il discernimento, nell’attuale costrizione al guardare, il visibile viene svuotato di significato.
La pittura, come antica e radicata forma di espressione del vedere, trova il suo fondamento proprio nell’esercizio del guardare, nell’osservazione.
Storicamente è stata in grado di assolvere la funzione di “illuminazione” della realtà e se ancora noi osserviamo le opere dei grandi pittori è soprattutto perché sentiamo, più o meno chiaramente, che in esse si nasconde una verità, un potenziale di luce anche per noi.
Esiste un’arte del guardare, che il pittore conosce bene, che consiste principalmente nel misurare tenendo conto di tutte le parti. È mia convinzione che apprendere questa arte con un esercizio costante, sia utile e necessario per ognuno, al di là del fatto che esso possa o no produrre quadri. Ed è, questa, una conoscenza che solo un pittore potrebbe trasmettere.